Ciao amici! Oggi penultima tappa del Tour di Crescent City.
Vi ho portato le tematiche che secondo me sono quelle più importanti portare nel libro.
Ho deciso di parlarvene come se stessero parlando i personaggi che le hanno vissute queste situazioni, spero vi possa fare piacere! Fatemi sapere se vi è piaciuto l’articolo!💓
Leggere tematiche del genere mi spezza sempre il cuoricino. La morte è un qualcosa di terribile, soprattutto quando ti tocca da vicino. Quando non riesci ad accettarla.
Era una persona giovane?
Aveva ancora tutta la vita accanto, e magari avevi costruito pure dei piani futuri con quella persona.
Era una persona anziana?
Non ho passato tutto il tempo che avrei voluto con lei.
Bryce si trova a perdere la sua migliore amica. L’unica persona che l’aveva mai accettata in tutto e per tutto. La persona che la proteggeva, la persona con la quale ne aveva passate di tutti e colori, vedendo anche la possibilità di morire insieme.
Muore, e lei non era con Danika.
Il senso di colpa si fa sentire, rumoroso come nient’altro al mondo. Poi inizia a far e male, a roderti da dentro. Ti distrugge...lentamente.
Perché credi di meritarlo.
Sarei dovuta essere al suo posto. Sarei potuta essere con lei. Non avessi bevuto e non mi fossi drogata, avrei potuto salvarla.
Avrei potuto....
Tante parole che non sentì più nemmeno nella testa perché soffocate dai singhiozzi che prendono possesso di tutto il tuo corpo, facendolo tremare, la notte.
Una persona che non è viva dentro ma solo fuori. Un guscio. Ecco cos’era diventata.
Qualcuno se ne era accorto? Forse si.
Hanno fatto qualcosa? No.
Sola.
Sola con i sensi di colpa e il rimorso.
Sola è rimasta Bryce.
L’unica luce che ha visto e che le ha fatto alzare lo sguardo verso la libertà, è stato Hunt. L’ha aiutata a vivere di nuovo, catturando colui che ha distrutto i suoi sogni, uccidendo la sua Danika, e tagliando il filo del suo futuro collegato a quello di Bryce.
E perdere la persona che si ama?
Fa meno male?
Risposta semplice e veloce.
No. Non fa meno male.
Hunt ha perso la sua metà, la sua gioia, colei che gli dava speranza. Colei che lo ha fatto sentire amato, nonostante fosse meno importante di lei di gerarchia.
L’ha persa, e lui si è perso.
Schiavo di altre persone ma soprattutto di se stesso.
Del dolore.
Della negazione.
Bryce è stata un fulmine anomalo a ciel sereno, che lo ha sorpreso e aiutato ad uscire da quella fossa che col passare del tempo diventava sempre più profonda.
La violenza ti segna.
La violenza domestica è terribile.
Come tutte le altre violenze.
Essere picchiati, avere lividi, cicatrici....
Tutti ricordi, tutte questioni che rimarranno sempre aperte e impresse nella pelle.
Ma soprattutto nella mente.
Non dimenticherai mai le botte.
Le urla.
I denti digrignare.
La lingua schioccare.
Tutte cose che non si potranno mai dimenticare.
Mai.
Ma un gesto gentile, una carezza, due parole dette con cura...possono aiutare!
Ricominciare da capo senza dimenticare, quello che la mamma di Bryce è riuscita a fare. Crearsi una vita con un nuovo uomo, un nuovo papà per la figlia.
Un nuovo spiraglio di felicità.
Questo è ciò che mi è uscito dal cuoricino, spero vi sia piaciuto,
Alla prossima,
Giulia
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